All'altezza del numero civico 137 di via Leonardo Clemente troviamo il palazzo dei Mileti dal portale (8)
Via Leonardo Clemente, 137 portale a bugnato di palazzo Mileti risalente al XVI secolo con sovrapposto un loggione del XVIII secolo con balaustra.
bugnato e dal caratteristico loggione con balaustra e testa alata al centro. Percorrendo il resto della via si giunge a porta Nuova (9)
Via Porta Nuova, è il fornice della medievale porta cittadina appellata porta Nova con al lato un torrione facente parte delle mura cittadine. Nel 1740 la famiglia Vita acquistava l'area della porta e commissionava al capomastro Nicolantonio Maldarella i lavori del palazzo che oggi si ammira dal loggione in asse col fornice. Solo un'illusione prospettica ci porta a vedere nell'ingresso di porta nuova una parvenza di portale.
sormontata dal palazzo Vita edificato da Nicola Antonio Maldarella intorno al 1740 con un loggione in asse col fornice della porta. Salendo lungo la via Gaspare Petrarolo a sinistra troviamo l'imponente complesso delle benedettine e in fondo a destra il palazzo dei marchesi Zaccaria il cui portale (10)
Via Gaspare Petrarolo, 17 il portale è del 1777 e fa parte del complesso architettonico della nobile famiglia degli Zaccaria. Le linee rimandano al linguaggio rococò nel fregio, nella mossa cornice e nelle volute laterali costituenti il classico motivo delle orecchie.
porta impresso l'anno 1777. Tornati in via Cattedrale, all'altezza del numero civico 25, troviamo il cinquecentesco palazzo della famiglia Falgheri col portale (11)
1) Via Alfonso Giovine, 25 il portale sormontato dallo stemma nobiliare della famiglia Falgheri risale alla seconda metà del XVI secolo e presenta il motivo a scacchi nell'elegante cornice simile a quello dei portali della cattedrale.
2) Largo Oronzo Luigi Pappadà, 6 Il maestoso portale sormontato da un'elegante balaustra risale al 1747 ed è in stile ionico. Costituiva l'ingresso del palazzo fatto edificare da Felice Giovine, nobile patrizio di Ostuni.
e stemma dal caratteristico motivo a scacchi. In largo Luigi Pappadà in corrispondenza del numero civico 6 troviamo invece l'ingresso (11) - (12)
1) Largo Oronzo Luigi Pappadà, 4: il portale dall'elegante cornice rococò col classico motivo ad orecchie risale al 1780 e la scatola muraria su cui è applicato è quella della cappella di famiglia dei Giovine dedicata alla Madonna del Carmine.
2) Via Francesco Bax, 5Il portale fa parte del palazzo Ghionda e rimanda al 1765, le maestranze che vi si applicarono erano dirette dal capomastro Nicolantonio Maldarella.
di quello che fu il palazzo dei Giovine fatto edificare nel 1747 dal notaio Felice Giovine quasi contemporaneamente con l'arco di trionfo, scalinata e fonte del santuario di Sant'Oronzo dallo stesso con proprio denaro realizzati. A sinistra si osserva la chiesetta della Madonna del Carmine del 1780 voluta dal maestro di canto Luca Giovene. Chiesa e palazzo costituiscono uno degli angoli suggestivi della Ostuni settecentesca. Tornando indietro per una scalinata ci si immette in via Francesco Bax: in corrispondenza dei numeri civici 5, 7 e 11 (12)
Via Francesco Bax, 7 Il portale fa parte del complesso architettonico fatto edificare dalla famiglia Molendino nel 1766. Il proprietario era un mastro muratore a cui dobbiamo gli stessi lavori.
Via Francesco Bax, 11 L'elegante portale rococò sormontato da loggione offre assieme agli altri due un'immagine eloquente dell'Ostuni settecentesca ricca di piazzette e larghi improntati al nuovo gusto rococò.
si possono osservare i portali di palazzo Ghionda e della famiglia Molendino risalenti al 1766. Tali edifici insistono tutti sull'area del castello normanno e questo spiega perché pur trovandosi su una quota alta rispetto a via Giovene abbiamo portali in stile rococò. In vico Pasquale Villari n°9 si osserva un portale (15)
1) Vico Pasquale Villari, 9 Il portale in stile dorico rimanda alla seconda metà del XVIII secolo e testimonia come tra i vari scultori e maestri scalpellini si manifestassero le varie tendenze artistiche del tempo divise tra una scuola di pensiero neoclassico ed una tardo barocca.
2) Via Alessandro Petrarolo, 36 Una struttura muraria assolutamente povera e ridottissima nelle dimensioni si trova ad avere applicato il più elaborato portale rococò di Ostuni risalente al 1780. Era la casa del maestro muratore e scalpellino Biagio Ciraci che volle evidenziare la propria bravura nel portale della sua dimora.
settecentesco a motivo geometrico.
Palazzo Ghionda - 1765
Palazzo Ghionda - 1765
Ma il portale (15) elaborato è quello che si incontra in via Alessandro Petrarolo n° 36 realizzato dal maestro scalpellino Biagio Ciraci per la propria dimora. L'umile scatola muraria sulla quale si trova montato denuncia altrettante umili origini e condizioni economiche del proprietario che poteva permettersi però di realizzare con le proprie mani almeno il maestoso portale. In via Giacomo Arpone n° 5 , alle spalle dell'antico seminario, si possono ammirare il portale (16)
1) Vico Giacomo Arpone, 5 Il portale fu realizzato, assieme alle cornici di finestre che lo affiancano, nel 1589. Era l'ingresso di uno dei tanti palazzi appartenuti alla famiglia Petrarolo che davano sulla piazza del Baglio, o Cattedrale. Le linee evidenziano l'arte del tardo rinascimento pugliese.2)Largo Giuseppe Spennati, 1 Il portale sormontato da stemma nobiliare con motto, corona baronale ed angeli laterali è opera dello scultore ostunese Giuseppe Greco che lo eseguiva per conto dell'arcidiacono Carlo Petrarolo nel 1776.
e le cornici delle finestre del cinquecentesco palazzo Petrarolo risalente al 1589 e che prima del 1714 davano sulla piazza del Balio, o cattedrale. Il palazzo era appartenuto al patrizio Donato Petrarolo e lo lasciava in eredità al fratello Giulio per testamento rogato nel 1584. Da un atto notarile rogato in data 8 maggio 1593 da Melleo Antonio apprendiamo che mastro Nicola Francesco Marseglia " promette inchiancare un tino dentro della grotta degli stipi d'ogli d'esso magnifico Giulio Petrarolo nella pubblica piazza". L'annotazione è importante in quanto ci rivela come dopo l'ultimazione del nuovo complesso fatto edificare proprio da Giulio Petrarolo si passasse a completare la "postura" (luogo dove veniva conservato l'olio) ed il "cellaio" (vi si conservava il vino) i cui ingressi erano situati ai lati del portale. A chi dobbiamo attribuire i diversi palazzi che i Petrarolo fecero edificare nel Cinquecento in Ostuni? Una risposta ci viene dal Ripertorium notarii Francisci Ydrosij ab anno 1555 usque ad annum 1567, indice manoscritto non numerato né inventariato dei protocolli del notaio Francesco Idrosio custodito presso l'archivio storico del comune.
Portale della famiglia Ciracì - 1777
Portale della famiglia Ciracì - 1777
A pagina 46 si registra la convenzione per la costruzione di un palazzo tra il nobile Tiberio Petrarolo ed il maestro muratore Donato antonio Antelmi. La costruzione fu edificata nel 1560 lungo la via di San Pietro e le iniziali T. P. e l'anno si possono leggere sul fregio di una finestra. E' da credere che i Petrarolo utilizzassero per leloro abitazioni lo stesso maestro muratore e questo lo si coglie dal modo come veniv a lavorat a la pietra d'intaglio. Il Ripertorium registra a pagina 4 un'altra convenzione per l'erezione del palazzo del nobile Luigi Cimino ad opera dei mastri muratori Giacomo e Lorenzo Marseglia. L'edificio è andato distrutto. Attraversato l'arco della cappella del Santissimo Sacramento ci si immette in largo Giuseppe Spennati, un tempo detto largo dei nobili perché vi si trovavano numerosi palazzi appartenenti al patriziato cittadino tra cui quello dei Tabarini, dei Palmieri, dei Petrarolo, degli Zaccaria. Dei palazzi rinascimentali non se ne scorge neanche l'ombra e solo resta di significativo sul piano architettonico la settecentesca facciata del palazzo Petrarolo, numero civico 1, un tempo palazzo Zaccaria, il cui portale (16) mascheronato sormontato dallo stemma baronale con coppia di angeli laterali fu eseguito dallo scultore Giuseppe Greco. Lungo il vico Scipione Petrarolo, sotto il campanile della cattedrale, si trovano palazzo Palmieri, numero civico 7, che tradisce nel portale (17)
Vico Scipione Petrarolo, 7 Il finissimo portale risalente alla seconda metà del XVI secolo montato al primo piano dell'edificio e nascosto alla vista di chi percorre la stretta stradina si presenta particolarmente ricco ed elaborato nel fregio contenente lo stemma della famiglia Palmieri e nelle cariatidi scolpite sui piedritti.
1) Vico Scipione Petrarolo, 16 1) E' il portale d'ingresso del palazzo fatto ricostruire dal nobile patrizio Onofrio Falgheri nel 1726 dal moderato linguaggio barocco.
2) Vico Scipione Petrarolo, 17 Il portale sormontato dallo stemma della famiglia Petrarolo rimanda al XVI secolo e presenta il motivo a bugnato che più si ripete in città durante il Rinascimento.
numero civico 16, riedificato nel 1726 dal patrizio Onofrio Falgheri, e palazzo Petrarolo (18) numero civico 17, dal portale a bugnato e stemma risalente al XVI secolo. Percorse le scalinate del vicoletto ci si immette in via Gaetano Tanzarella Vitale dove all'altezza dei numeri civici 37 e 41 si possono ammirare altre costruzioni settecentesche dai portali (19)
1) Via Gaetano Tanzarella Vitale, 41 L'elegante portale con loggione preceduto da quattro gradini presenta modanature ed il classico motivo ad orecchie.
2) Via Gaetano Tanzarella Vitale, 37 E' un altro portale sormontato dallo stemma dei Petrarolo nelle cui linee si intravede l'arte barocca della prima metà del Settecento.