L'intervento di consolidamento e restauro delle mura medievali di Ostuni e dei palinsesti che lungo i secoli ne hanno preso il posto, ha fatto nascere un problema di grossa entità rappresentato dalla salvaguardia delle testimonianze storiche minute, quali le malte e gli strati di calce, interamente cancellati su un tratto di viale Oronzo quaranta lungo di un chilometro. Le vicende storiche relative alla costruzione delle antiche muraglie ostunesi rimandano ai messapi, ai bizantini, ai normanni, agli angioini e agli aragonesi. Questi ultimi, probabilmente dopo il terremoto del 1456, rinforzarono le cortine e le torri del periodo precedente e ampliarono verso mezzogiorno il perimetro difensivo. Le mura aragonesi che cingevano Ostuni lungo il tratto situato a sudovest furono infatti edificate negli ultimi anni del Quattrocento e nei primissimi anni del Cinquecento su progetto redatto da architetti di fiducia di re Alfonso d'Aragona. Inglobarono il borgo detto Croce delle Palme, il convento dei francescani conventuali, la chiesa di Ognissanti e numerosi altri edifici. Nel nuovo tratto di mura furono aperte due importanti porte cittadine: una fu detta porta San Francesco, a ridosso del convento dei conventuali, o porta di Iuso, e l'altra prese il nome di porta del Ponte, cinta ai lati da due imponenti torrioni con nel mezzo un ponte levatoio. Il torrione maggiore è stato recentemente (2002) portato alla luce dalla Soprintendenza Archeologica, impegnata ad eseguire una campagna di scavi sull'intera area di Piazza della Libertà. Le mura e le torri aragonesi erano circondate da profondi fossati e a difenderle vi erano truppe che alloggiavano nel Quartiere militare, sorto alla fine del Cinquecento, che ospitava un corpo di cavalleria ed uno di fanteria. L'imponente sistema di difesa cittadino iniziò ad essere smantellato a partire dai primi decenni del Settecento, quando l'incremento demografico e l'accresciuto fabbisogno di nuovi suoli edificabili, determinarono un'impetuosa crescita urbana maggiormente avvertita nella seconda metà del secolo.
Per aumentare le rendite e per far fronte ai "pesi universali", cioè alle tasse, gli amministratori cittadini iniziarono la massiccia lottizzazione delle mura e degli antichi fossati, provocando in gran parte l'abbattimento delle antiche strutture difensive e l'inglobamento delle stesse nelle nuove costruzioni. Il 9 ottobre del 1724, alla presenza del sindaco di quell'anno, il magnifico Antonio Anglani, e degli eletti, signor Francesco Ayroldi e signor Nicola Maria Antelmi, furono ceduti a privati cittadini quasi tutti i suoli lungo la linea delle antiche mura che correva dalla Porta del Ponte fino al palazzo dei Lopez y Rojo. Gli atti della censuazione si custodiscono presso diversi Archivi di Stato tra cui quello di Napoli, di Lecce e di Brindisi. Li abbiamo passati in rassegna nel 1994 per datare i corpi di fabbrica che sull'antico perimetro murario furono costruiti. Uno di questi atti di vendita inizia: "Pro magnifica Universitate Ostunei contra magistrum Franciscum Antonium Colucci... Li sudetti magnifici general sindaco ed eletti spontaneamente asseriscono avere, tenere e possedere la città sudetta, come vera signora e padrona, giusta titolo et bona fede, un fondo terrigno, fuora la porta del Ponte di palmi ventiquattro di larghezza e di lunghezza palmi ventisei, assieme con altri fondi ricercati principiandi dal da dietro la Porta del Ponte a man sinistra nell'uscire, e corrono muraglia muraglia verso basso, franca. E fattasi l'asserzione predetta per essi magnifici sindaco et eletti li quali avendono considerato del sudetto luogo se ne servono molti senza averne per utile la città sudetta cosa veruna... et essendoli stati da molti ricercati l'altri appresso et condesceso detto magnifico sindaco ed eletti farneli la concessione e volendone il tutto ridurre al fine et effetto, sponte insolidum lo hanno dato e concesso ad edificandum et faciendam potecam pro eius usu et professione...".
Gli acquirenti degli altri suoli furono mastro Domenico Errico, mastro Antonio Erriquez , mastro Scipione Marraffa e mastro Francesco Errico. In tutti i documenti si riporta l'esatta ubicazione del "fondo terrigno": "... principiando d'avanti la torre di man sinistra e corre verso l'altra dirimpetto la casa delli signori Lopez muraglia muraglia... fuora la porta del Ponte a sinistra nell'uscire e seguitando dalla torre verso basso, muraglia muraglia..." In un altro rogito troviamo scritto che dinanzi al sindaco e agli eletti " sono comparsi sei professori, seù artisti di essa città per edificare sei poteghe...". Infatti gli acquirenti erano quasi tutti maniscalchi e per questo motivo il largo antistante fu detto largo ferrerie. Di fronte alle nuove costruzioni, sorte sulle mura e sui fossati, vi erano le abitazioni del borgo Celso, o del Solaro, risalenti al Cinquecento.
Del tratto delle antiche mura è sopravvissuta soltanto una delle due torri che cingevano la Porta del Ponte e attualmente risulta per intero inglobata in un edificio dei primi anni del Novecento adibito a locale pubblico detto "La Casba". Gli antichi capitolati d'appalto relativi alle costruzioni settecentesche costituiscono una fondamentale documentazione per leggere storicamente i vari palinsesti e le relative forme e tecniche edilizie adoperate dalle maestranze del tempo. Ai capimastri era prescritto l'obbligo di intonacare le abitazioni e di scialbarle. Ancora oggi lungo la linea di queste abitazioni perfettamente conservate, scopriamo le caratteristiche storiche che da sempre le hanno caratterizzate e cogliamo il profondo contrasto tra queste e le abitazioni scorticate durante gli ultimi lavori di restauro eseguiti sulla cinta muraria. I moderni restauratori, nel rispetto della storia, farebbero bene a tener presenti simili dati quando sono chiamati ad operare interventi sugli edifici cittadini in primo luogo per non falsare le caratteristiche degli stessi e poi per salvaguardare le testimonianze storiche minute che ancora e fortunatamente conservano.
Piazza della Libertà - 1985
Piazza della Libertà - 1985
Alcune fasi del restauro di piazza della Libertà
Alcune fasi del restauro di piazza della Libertà
L'antica cinta muraria venuta alla luce durante i lavori di restauro
L'antica cinta muraria venuta alla luce durante i lavori di restauro