►Piazza LibertàTorre orologio | A cura del prof. Luigi Greco

Veduta aerea di piazza della Libertà

Le vicende del chiostro sono affatto singolari e meritano di essere conosciute. Nel 1739 l'ingegnere Pietro Magarelli disegnava due ali dell'attuale chiostro e buona parte del complesso francescano, compresa la restrostante facciata, a cui attesero valide maestranze ostunesi. Lungo l'ala sinistra del chiostro l'ingegnere Magarelli aveva disegnato due loggette simmetriche e sotto le arcate cieche aveva situato la scalinata di accesso ai piani superiori del convento. Nel 1864, su progetto redatto dagli architetti Ferdinando Ayroldi, Domenico Ciracì e Nicola De Anna fu ampliato l'ex convento e trasformato in residenza municipale. Fu eseguita l'attuale facciata del palazzo in stile neoclassico ed anche la chiesa di San Francesco ebbe una nuova facciata disegnata dall'architetto Gaetano Iurleo. Tra il 1864 ed il 1867 furono portati a termine i lavori relativi al piano inferiore e si realizzò all'interno del chiostro la piazza chiusa con le botteghe sotto i portici. Agli inizi del novecento per rendere comunicanti dall'interno gli uffici comunali fu realizzato un ballatoio in cemento armato chiuso da vetrate che è rimasto in piedi fino agli ultimi restauri. Negli anni ottanta fu deciso di intervenire sul chiostro con un progetto che prevedeva la rimozione del ballatoio e la chiusura degli arconi con enormi vetrate. Un progetto decisamente sconcio che di fatto avrebbe reso non fruibile il chiostro per manifestazioni di tipo culturale. Ci volle una campagna di stampa condotta con decisione per rendere palese a tutti la poco decorosa prospettiva di un finto restauro. Le linee del progetto originario furono definitivamente accantonate e negli ultimi due anni si è proceduto ai lavori di messa in opera del pavimento fatto di chianche e della pulitura dei pilastri e delle facciate. Nuovi intonaci sono stati buttati alle pareti e sono stati riportati alla luce alcuni elementi originari dell'architettura settecentesca formati proprio dalle due loggette magarelliane. Gli ultimi interventi di restauro sono stati eseguiti nel 1996 ed il risultato finale dei lavori ha lasciato quanto meno perplessi. Una delle due logge settecentesche è stata rimurata ed è di fatto scomparsa alla vista, mentre l'altra è stata allungata fino a terra e di fatto si è trasformata in una nicchia vuota. Le pietre sono state in parte intonacate ed in parte lasciate a faccia a vista. I pilastri ed i plinti sono stati spicconati e le parti lesionate sono state semplicemente asportate. A poco meno di un anno di distanza si sta rendendo inevitabile un altro intervento di restauro proprio ai pilastri ed ai plinti le cui pietre si stanno polverizzando. Sarebbe interessante conoscere i motivi per cui è stata murata la loggia del Magarelli e perché le pietre spicconate dei pilastri sono state lasciate in quel modo. Guardando con attenzione l'insieme del chiostro, le stonature dovute all'ultimo restauro (ma può veramente considerarsi tale?), saltano subito agli occhi e rendono evidente il limite di un intervento eseguito in modo non proprio ortodosso. Quale progetto di restauro è stato realizzato (dopo l'accantonamento del primo progetto), per restituirci al suo originario splendore il chiostro? E' mai esistiro un secondo progetto? I lavori sono stati eseguiti sotto l'alta vigilanza della Soprintendenza ai monumenti ed è proprio per questo che vorremmo sapere per quale motivo è stata murata una delle due logge del Magarelli e perché l'intonaco è stato usato soltanto in alcuni tratti di mura. Un gioiello dell'architettura barocca del Settecento non può svanire nel nulla senza che si forniscano sufficienti spiegazioni.