Negli anni, dunque, questa nuova classe sociale, la borghesia, aveva preso il posto della ormai decadente aristocrazia ostunese, i cui componenti in origine partecipavano anch'essi alla processione, ma a cavallo per distinguersi dalla gente comune. La statua è preceduta dal vescovo con i prelati della diocesi, e dalle autorità. Apre il corteo un trio di suonatori che esegue un antico ritornello accompagnandosi con piffero e tamburi. In coda alla statua, la tradizionale banda precede i cavalieri che spesso eseguono piroette, così come anticamente si era soliti far avanzare i cavalli, esibendosi in suggestive coreografie. La Cavalcata di sant'Oronzo, nell'attuale configurazione, ebbe inizio nel 1803. In realtà la giusta definizione è 'Cavalcata dei Devoti'. Questa intitolazione si deve ad un gruppo di cittadini che il 26 agosto di quell'anno, si recarono presso la casa del notaio Giuseppe Gaetano Tanzarella. Il simulacro lascia la bellissima
Cattedrale costruita nella seconda metà del XV° secolo, a spese e con la manodopera degli ostunesi. La statua in argento ha preso il posto nel tempo, di quella in cartapesta.
E' dunque legittimo sostenere che la Cavalcata dei Devoti, ormai nota come cavalcata di sant'Oronzo, sia arrivata sino ai giorni nostri, con inevitabili modifiche ma inalterata nella sostanza, proprio a partire dall'inizio del secolo scorso.
A conclusione della Cavalcata, d'obbligo in
piazza della Libertà l'esecuzione di brani operistici e sinfonici, nella cornice delle immancabili luminarie. Concludono l'intensa giornata i fuochi artificiali ai quali, ci piace pensare, stiano assistendo soddisfatti anche i 43 devoti che in quel lontano 26 agosto 1803, assicurarono a Ostuni, la continuità di questa straordinaria manifestazione.