Ostuni conserva ancora oggi tracce significative di monumenti risalenti ai diversi periodi della sua storia quali quello normanno-svevo, l'angioino, l'aragonese, i due viceregni: lo spagnolo e l'austriaco, la fase dei Borboni. In questo sito è possibile trovare le descrizioni dettagliate dei monumenti più rappresentativi e di particolare rilevanza storico-artistica presenti nella 'Città Bianca'. Tra gli altri poniamo diverse chiese oltre, naturalmente, la cattedrale: la chiesetta di San Giacomo, risalente al 1423, dall'archivolto finemente lavorato; la seicentesca chiesa dello Spirito Santo sulla cui facciata fu applicato il più suggestivo ed elaborato portale cittadino raffigurante la Dormitio Mariae con la Vergine sul letto di morte vegliata dai Santi Apostoli, originariamente collocato sulla facciata della chiesa di Ognissanti risalente al 1450 e andata distrutta, assieme a tanti altri monumenti, nel 1870 per poter ottenere l'ampio spazio dell'attuale piazza della Libertà. A questi monumenti di epoca medievale sono da aggiungersi le chiese degli antichi conventi edificate in diversi tempi tra cui quella della Santissima Annunziata risalente al XII secolo e più volte rimaneggiata nei secoli successivi, fino ad assumere le attuali vesti di chiesa barocca; la chiesa di Santa Maria del Carmine, in stile barocco, con elementi gotici presenti nel catino dell'abside e una facciata ricostruita nel 1891; La chiesa di San Francesco, in asse con l'attuale prospetto del Municipio un tempo dimora dei francescani conventuali arrivati in Ostuni nel 1304 e scacciati ai primi dell'Ottocento, dalle linee interne rococò e dalla facciata progettata nel 1883 per armonizzarla con quella dell'adiacente palazzo comunale; la chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi (conosciuta col nome di "Monacelle") costruita tra il 1750 ed il 1752 in stile rococò e costituente il modello originario di tale linguaggio architettonico in città; la chiesa di San Pietro facente parte del complesso monastico delle Benedettine e risalente alla seconda metà del XVII secolo (la scatola muraria rivela all'esterno il cinquecentesco bugnato del palazzo della famiglia Lercario sventrato nel 1659 per essere adattato al nuovo uso); la chiesa di San Francesco di Paola, attaccata al monastero dei Paolotti, un tempo detta la Maddalena e appartenuta fin sul finire del XVI secolo ai domenicani poi trasferitisi presso la chiesa di San Sebastiano, ricostruita ben due volte di sana pianta nel XVIII secolo, l'ultima volta su progetto dell'ingegnere ostunese Francesco Paolo Trinchera in stile neoclassico; la chiesa di Santa Maria degli Angeli, annessa al cinquecentesco convento dei padri cappuccini, dalle linee semplici e nel più sobrio stile dei padri; la chiesa di Santa Maria della Nova, del 1561, nelle cui linee si intravede il linguaggio gotico della cattedrale; infine citiamo, particolarmente suggestive per la particolare collocazione geografica, le chiese di Sant'Oronzo e San Biagio situate a pochi chilometri dall'abitato. Queste e tante altre chiese edificate e in città e fuori di essa in epoche a noi più vicine, arricchiscono considerevolmente il patrimonio architettonico della città bianca composto, tra l'altro, di un gran numero di palazzi le cui scatole murarie più antiche giunte fino a noi furono realizzate prevalentemente nei secoli XVI e XVIII e variano nelle dimensioni a seconda della collocazione e dell'epoca di costruzione. Un capitolo a parte è rappresentato da ciò che resta del circuito murario angioino realizzato tra il 1350 ed il 1356 ed ampliato tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento dagli Aragonesi su disegno formato da re Alfonso in persona: delle mura alfonsine è rimasta una sola traccia in una delle due torri che cingevano la porta detta del Ponte venuta alla luce in epoca recentissima. Di notevole interesse sul piano del linguaggio scultoreo risulta la guglia di Sant'Oronzo in stile rococò innalzata tra il 1756 ed il 1771 in onore del santo patrono ed eseguita dal maestro ostunese Giuseppe Greco; un altro monumento suggestivo è rappresentato dal ponte di collegamento tra il seminario e il palazzo vescovile costruito nel 1750 in stile rococò e appellato "arco Scoppa" per aver visto nel vescovo del tempo il committente; di grande effetto risultano poi le tante vie del centro storico alcune cordonate per favorire il transito degli animali da soma e molte altre ricche di interminabili scalinate necessarie per raccordare tra loro le strade collocate su quote differenti. I monumenti fin qui citati rinviano tutti quanti ai diversi periodi elencati e costituiscono nel loro insieme una testimonianza di alto valore storico-artistico.