Anche Manfredi morì piuttosto giovane, sconfitto e ucciso Benevento dagli angioini nel 1265. Carlo d'Angiò, invitato dal Papa preoccupato dalla prevalenza ghibellina, occupò il regno dell'Italia meridionale e non impiegò troppo tempo e fatica a prevalere sulle milizie di Corradino (ultimo dei discendenti della dinastia sveva), decapitato a Napoli dopo essere stato sconfitto e catturato a Tagliacozzo. Con l'avvento dei guelfi Angioini, l'Italia meridionale conobbe una delle parentesi più nere della sua storia: 'la mala signoria', come la definì Dante Alighieri. Il re e le regine della dinastia Angioina, dal 1265 al 1414, alternarono alla mano forte, la concessione del Regio Demanio, privilegio importantissimo all'epoca, concedendo ad Ostuni un periodo di relativa tranquillità. Nell'aprile 1274 Carlo d'Angiò da ordine di costruire Villanova, sulle rovine dell'antica Petrolla. Ostuni, situata in posizione strategica, offrì utilissimo alloggio al re e alla sua corte, ma anche ai crociati (crucisignati o crodati). Il re chiama Villanova (Ville Neuve), la ricostruita Petrolla e concede agli Ostunesi il privilegio di Regio Demanio. Nel 1294 Carlo II dona al figlio Filippo IV, il principato di Taranto compreso anche Ostuni. A Carlo II succede Roberto sotto il cui lungo regno, non risultano eventi rilevanti che, invece, contraddistinguono il regno di Giovanna I, cui gli ostunesi si rivolgono chiedendo la soppressione del privilegio dato ai Giustizieri di Terra d'Otranto che riscuotevano inique tasse. La regina concede quanto richiestole e, tra le altre iniziative, fa completare la costruzione delle mura della città. Dopo la morte di Filippo, principe di Taranto, Giacomo del Balzo rivendica la successione in qualità di nipote. Nonostante i non pochi contrasti, riesce a prendere il posto di Filippo, ma muore due anni dopo. Con il diploma del 15 luglio 1419, Ostuni viene annessa in perpetuo Regio Demanio dalla neoeletta regina Giovanna II, che promette di non concederla nè venderla mai a nessuno al mondo, ma il destino di Ostuni è, evidentemente, quello di essere barattata, ceduta, conquistata in barba agli impegni solenni dei regnanti di turno. Infatti, a meno di un anno dalla 'solenne' promessa, Ostuni, Otranto, Gallipoli e Polignano, vengono assegnate a Giovanni Antonio Orsini, il più sanguinario dei principi di Taranto. Questi era talmente detestato dai sudditi, da far nascere in loro un comprensibilissimo desiderio di riscatto e vendetta. L'occasione propizia si presenta quando re Ferdinando d'Aragona, che ambiva alla conquista del principato di Taranto, dichiarò guerra all'Orsini attestando le proprie truppe nei pressi di Altamura. Quattro consiglieri vennero inviati dal principe Orsini, per trattare con Ferdinando D'Aragona. Ma i quattro emissari (Antonio Ayello, Antonio Guidano, Giacomo Protonobilissimo e Gaspare Petrarolo, quest'ultimo era ostunese), invece di recarsi a Roma per avere istruzioni dal papa Pio II, si fermarono ad Altamura per incontrare re Ferdinando. Esposero in quella sede, l'estremo stato di disagio cui i sudditi dell'Orsini erano soggetti e decisero di comune accordo con Ferdinando, di organizzare una congiura conclusasi il 13 novembre 1463 con lo strangolamento del tiranno Giovanni Antonio Orsini. Re Ferdinando apprezzò molto la dedizione del Petrarolo e gli concesse ricchezze e onori donando a Ostuni, finalmente, innumerevoli privilegi. Continua a pag. 4



Statua di Carlo D'Angiò - Opera di Tommaso Solari, Napoli
Statua di Carlo D'Angiò
Opera di Tommaso Solari, Napoli
Giovanna II
Giovanna II
Moneta con l'effige di Ferdinando D'aragona
Moneta con l'effige di Ferdinando D'aragona
Il ritrovamento del corpo di Manfredi - Opera di Giuseppe Bezzuoli, 1838
Il ritrovamento del corpo di Manfredi - Opera di Giuseppe Bezzuoli, 1838
Stemma della famiglia Orsini
Stemma della famiglia Orsini
Il ritrovamento del corpo di Manfredi - Opera di Giuseppe Bezzuoli, 1838
Moneta con l'effige di Ferdinando D'aragona
L'antica torre costiera in contrada Petrolla (Villanova) Foto scattata agli inizi del 1900
L'antica torre costiera in contrada Petrolla (Villanova) Foto scattata agli inizi del 1900