Durante la dominazione longobarda, legislature, tradizioni e usi, subirono notevoli trasformazioni sottostando allo 'Jus longobardorum'. Brindisi, pressoché distrutta, non rappresentò più il punto di riferimento commerciale e politico e l’entroterra si spopolò, rimanendo abitato da piccoli agglomerati di persone, sparsi nella provincia. Di tanto in tanto Ostuni era meta di scorrerie da parte dei Mori e dei Saraceni, provenienti dal Nord Africa. Nonostante essi portassero spesso morte e distruzione, si deve proprio a loro l’introduzione, nel 769 d.C., della coltivazione dell’ulivo. I Greci bizantini fecero ancora sentire il loro positivo influsso, ricostruendo la città e rimediando ai danni prodotti dai Saraceni che la distrussero nell’803. Comunque bisognerà aspettare tre secoli perché il territorio di Ostuni, inizi a godere di un periodo di relativa tranquillità, pur se 'sballottato' da una contea all’altra. Infatti, dal 1101 al 1218 venne annesso alla contea di Lecce (costituita dai Normanni nel 996), dal 1300 al 1463 al principato di Taranto e dal 1507 al 1557 al ducato di Bari. In particolare, dal 1169 Ostuni fu governata da Tancredi, poi dal figlio Ruggero; questi, verso la fine del secolo XII, decretò di rendere abitato un luogo detto Petrolla, sul porto di Ostuni, laddove era stata l’antica e nota stazione. Incoronato re di Sicilia, Ruggero II d’Altavilla nominò il figlio Duca di Puglia e Signore di Ostuni. Durante il regno di Enrico VI Hohenstaufen, che si unì in matrimonio con l’ultima erede dei Normanni, fu realizzato, con le arti della politica e dell’astuzia, ciò che Federico Barbarossa non era riuscito a compiere con le armi: il Ciclopo, così era soprannominato Enrico VI, si fece incoronare nel 1191 re di Sicilia, Puglia e Calabria dal papa Celestino III e, trascorsi tre anni, annientò senza pietà i normanni. Uccisioni e torture, contraddistinsero così il passaggio dalla dinastia normanna a quella sveva. Enrico VI non si comportò meglio nei riguardi di Ostuni e dei sui abitanti, soprattutto verso i prelati e i notabili ostili alla sua causa, tra i quali Ursileone, deportato in Germania con altri vescovi pugliesi. Enrico VI morì nel 1197 a soli 33 anni e la moglie Costanza, seguì la stessa sorte l’anno successivo, lasciando unico erede il piccolo Federico II che nasce a Iesi il 26 dicembre del 1194, il quale tuttora viene ricordato come puer Apuliae. Federico II diede impulso alle arti, alle lettere, alle scienze e al commercio. L’imperatore svevo, ebbe in gran conto la Puglia risiedendo sovente presso i manieri da lui voluti tra i quali quello di Castel del Monte e il castello di Oria. Alla sua morte avvenuta nel 1251, gli successe il figlio Manfredi che governò le terre ereditate dal padre. Continua a pag. 3



Alboino re dei Longobardi
Alboino re dei Longobardi
Ruggero II incoronato da Cristo - Chiesa della Martorana, Palermo
Ruggero II incoronato da Cristo - Chiesa della Martorana, Palermo
Il matrimonio di Enrico VI e Costanza d'Altavilla -gennaio 1186- Sant’Ambrogio, Milano
Il matrimonio di Enrico VI e Costanza d'Altavilla -gennaio 1186- Sant’Ambrogio, Milano
Raffigurazione di una battaglia con i saraceni
Raffigurazione di una battaglia con i saraceni
Federico II di Svevia
Federico II di Svevia