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Visitare le chiese di Ostuni, antica diocesi di rito bizantino già prima dell'anno Mille, credo serva a scoprire le inesauribili ricchezze artistiche della città. Partiamo da quella che più di tutte si presenta ricca di anni, di storia, di elementi artistici confezionati nel corso di diversi secoli: la cattedrale. Si trova a poche centinaia di metri dalla grande
piazza della Libertà e si offre di lato ai visitatori che percorrono la via Cattedrale. Attraversato l'arco detto degli Incalzi, risalente, pare, al periodo 1228-29 e voluto da Federico II di Svevia, costituente il fornice mediante il quale si accedeva alla piazza del Baglio e al castello normanno, si arriva ad ammirare il lato meridionale del sacro edificio dalle linee tardo gotiche risalenti alla seconda metà del XV secolo. Il prospetto del tempio soffre per l'eccessiva vicinanza del vecchio seminario che occupa gran parte dell'area della piazza e mette parzialmente in ombra le splendide linee ed i ricami della facciata, per cui bisogna avvicinarsi al ponte di pietra per poterne ammirare la maestosità e la bellezza. Le linee architettoniche attuali rinviano agli anni 1469-1495 allorché si decise di ampliare la vecchia chiesa romanica, conferendole un nuovo assetto, probabilmente a causa dei danni del terremoto del 1456 di cui si conoscono gli effetti devastanti per la città di Brindisi.La ricostruzione avvenne sotto il presulato del vescovo Arpone, originario di Taranto e legato all'ultimo erede dei Del Balzo Orsini, Giannantonio, Principe di Taranto, prima che quest'ultimo, avversario di Ferdinando d'Aragona, morisse nel 1463.
Il linguaggio gotico della cattedrale è da ascriversi probabilmente ai desideri del vescovo e dei rappresentanti cittadini che ricorsero a maestranze tarantine e locali per la costruzione del tempio. Va sottolineato che furono gli Angioini di Napoli, i cui sovrani furono quasi tutti terziari francescani, a portare nel meridione le influenze dell'architettura gotica d'oltralpe ed a far trionfare il nuovo stile, almeno nei secoli XIII-XIV. Nei lineamenti gotici della cattedrale di Ostuni si intravedono le ultime testimonianze di altissimo livello rese dai maestri scultori e scalpellini locali chiamati a eseguire il progetto del bravoarchitetto. Siamo però nel XV secolo e lo stile gotico è in buona parte tramontato. La cattedrale di Ostuni, infatti, sembra fondere lo stile gotico lombardo con quello di scuola veneta. Siamo agli epigoni del gotico internazionale, conosciuto come gotico fiorito. La facciata del vetusto tempio si presenta tripartita da agili lesene, con tre portali strombati e lunettati ed un rosone centrale in cui si scorgono una miriade di simboli legati alla teologia e cosmologia cristana medievale. Al di sotto delle linee concave e convesse della cornice troviamo la lunga teoria di archetti pensili trilobati con alla base motivi zoomorfi ed antropomorfi.Sul vertice della facciata ed a delimitare il campo centrale troviamo due eleganti edicolette che fungono da acroteri. Colpisce per le sue dimensioni il rosone simboleggiante il Cristo Sole, sulla cui ghiera si ammirano gli apostoli; i vari ricami della pietra dominati principalmente dai tralci delle viti e dalle spighe di grano, rinviano ai segni eucaristici della passione del Cristo. Numerosi simboli solari si ritrovano negli archetti che legano le piccole colonne tra loro. Un tempo la cattedrale contava quattro rosoni: quello del prospetto, l'altro posto nella zona dell'abside e due nel transetto, che consentivano ai raggi del sole di entrare ad illuminare
l'interno del tempio durante le ore del giorno. Attualmente risultano visibili soltanto il rosone della facciata e quello posto sul transetto meridionale. Il corrispondente a quest'ultimo, murato, lo si può guardare percorrendo la via che dal porto di Villanova conduce in città. Quello dell'abside è andato distrutto nel 1774.
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